L’Ipnosi intesa come stato di Coscienza Altro, ci conduce verso stati di coscienza alternativi rispetto all’abituale stato di veglia diurno, permettendoci di accedere a quel vasto e inesauribile serbatoio di risorse e potenzialità che è rappresentato dal nostro cosiddetto “inconscio”. Scopriamo come.
Stato di Veglia e Stato di Ris-Veglia
Anche se a scuola, nella desertificante sequenza dell’ordinaria e meccanica didattica odierna, nessuno ve lo dice, esiste uno stato diurno di Veglia, solitamente associato alla nostra Coscienza cosiddetta “Logico-Razionale” (la Dianoia dei Greci), utile a far di calcolo (la Ratio latina), per valutare al meglio il rapporto costi/benefici e fondata sui tre principi cardine della Logica Occidentale (Principio di Identità, Principio di Non-Contraddizione e Principio di Causalità), ma non è l’unico.
Oltre allo stato abituale e ordinario di Veglia, esiste anche uno stato meno abituale e non-ordinario, che potremmo definire di “Ris-Veglia”, avente a che fare sempre con la Coscienza, ma non più intesa come Dianoia, bensì come Nous, traducibile come “Intuito”, il quale ci permette di penetrare le cose per scorgere le eventuali corrispondenze esistenti e coglierne la loro essenza più profonda. Ecco qui nascere quella sorta di “sentimento oceanico” per cui ci si sente parte di un Tutto più grande della somma delle singole parti. Questa forma di Coscienza, che ha a che fare con una rinnovata visione cosmica di totale unione tra Cielo, Terra e Uomo (secondo la “Grande Triade” illustrata da Renè Guenon), rintracciabile in tutte le antiche tradizioni sapienziali appartenenti ai cosiddetti “popoli primitivi”, può essere accostabile all’odierno concetto di Inconscio nell’accezione junghiana, grazie al quale ci si apre alla comprensione della Mitologia, dei vari Linguaggi Simbolici, dell’Immaginazione Attiva e di quel principio di nessi acausali, definito da Carl Gustav Jung come “Sincronicità”.
Immaginazione e Trasmutazione Alchemica
Le porte sono già aperte per chi ha occhi per guardare. Oltre le logiche asfittiche del cosiddetto “dato di fatto”, ci lasciamo accompagnare dai soavi voli rasoterra dell’Immaginazione che crea, distrugge e trasforma la cosiddetta “Realtà”. Qui la nostra guida iniziale non può che essere Hermes, l’ambiguo viandante “Psicopompo”, Dio per eccellenza del “Passaggio” e dunque dell’Alchimia, intesa come processo interiore di trasformazione/trasmutazione delle ombre/piombo in luci/oro e di integrazione di queste ultime in una nuova fruttuosa Armonia, culminante nella cosiddetta “Coniuctio Oppositorum”. Nella trasfigurazione di ciò che riteniamo di sapere si cela ciò che sentiamo da sempre a noi appartenere. Ecco l’origine di quel processo di conoscenza di Sé, incessante e inesauribile, che ha il suo coronamento nella sublime espressione “Diventa ciò che sei”, accompagnato dalla profonda consapevolezza che ciascuno di noi è “sempre più di quel che è”.
Come insegnano gli antichi alchimisti, così come i saggi di ogni tempo e latitudine, tutti gli elementi necessari per il suddetto processo di trasformazione evolutiva sono già presenti e disponibili in Natura, a partire dai quattro elementi naturali che prima di essere mera materia da sfruttare e manipolare, sono fonti inesauribili di Simboli e Archetipi (e a questo proposito l’antico popolo greco con i suoi miti e le sue divinità resta un faro illuminante e ineguagliabile). Inoltre, ciò che troviamo apparentemente esterno a noi, nella Natura (minerali, piante, animali), lo ritroviamo in noi, a partire dal nostro Corpo, immanente portale simbolico, atto a portarci verso il nostro tra-scenderci. Il nostro Corpo è già, costitutivamente, Simbolo (ossia collegamento tra piani e livelli diversi della Realtà e ponte tra la Terra e il Cielo) e Trascendenza (ossia manifesta intenzionalità nell’andare oltre se stesso). Non vi è nulla di nuovo da scoprire nel mondo della Psiche e dell’Anima, vi è semmai soltanto da Ri-scoprire, con la necessaria e umile consapevolezza che la Natura-Corpo non cessa di s-velarsi per ri-velarsi, non concedendo mai a noi esseri umani dotati di logos, come sosteneva il sapiente Eraclito, di esaurire la comprensione del suo Logos.
L’Ipnosi e il “Fare Anima”
Senza dunque la pretesa prometeica di comprendere in maniera definitiva la nostra Anima, possiamo, grazie all’Ipnosi e alle sue tecniche, avvicinarci a questi livelli di abbagliante profondità, per cogliere e trasmutare quelle parti interiori più o meno velate di noi, che ci agiscono spesso inconsciamente, creando spesso dinamiche relazionali incomprensibili, dolorose e spesso degeneranti. Nel portarle alla luce, concedendoci di manifestarle in chiave simbolica attraverso vivide immagini mentali, possiamo anzitutto riconoscerle e comprenderle. In seguito potremo procedere con l’accettarle e integrarle, al di là del bene e del male, al di là di ogni giudizio. Infine potremo giungere, nel nostro quotidiano agire, ad un nuovo ottimale equilibrio psico-fisico, in armonia con noi stessi, con gli altri e con la realtà circostante: ciò che personalmente amo indicare con la naturale capacità di “fluire con il fluire”.
In questo processo evolutivo di lucida consapevolezza l’Ipnosi, che parte dal corpo per andare oltre il corpo, si rivela essere uno strumento davvero formidabile. Buon Risveglio a tutti!