Counseling e Ipnosi

Counseling e Ipnosi nelle Relazioni d’Aiuto

 

Non importa quanto nuovo sia un pensiero,
importa quanto nuovo diventa. (Elias Canetti)

Per comprendere le cose bisogna incominciare con il separarle: la distinzione è il primo passo della scienza; ma separare non è comprendere: è necessario successivamente riunire, sintetizzare i differenti termini che sono stati distinti e stabilire questa unità nella diversità: precisamente in questo consiste l’opera della mente umana. (Pierre Janet)

 

Il Counseling, nello specifico il “Counseling Filosofico”, come sostiene uno dei suoi principale teorici, il filosofo tedesco Gerd Achenbach, è anzitutto una Relazione d’Aiuto tra un Consulente e un Consultante che ha l’obbiettivo di affrontare, comprendere, rielaborare e risolvere positivamente ciò che viene indicato in termini piuttosto generici come “Disagio Esistenziale”, ossia un tipo di problematica non catalogabile come “patologica”. Al di là di come e cosa si possa considerare “patologico” rispetto a “non-patologico” – distinzione del tutto funzionale al potere etichettante della Psicologia nelle sue varie declinazioni – il “Counseling Filosofico” non può e non vuole considerarsi l’ennesima forma di Terapia Alternativa, bensì semmai una valida ed efficace Alternativa alla Terapia.

Ovviamente è necessario comprendere cosa si intende qui con il termine “Terapia”: se abbiamo in mente l’”Ethos Terapeutico” imperante, costituito dalla triade Sintomo-Diagnosi-Cura, rivelatosi in gran parte come una sottile e raffinata modalità di gestione dei conflitti sociali in vista del mantenimento dello status quo del potere di tipo disciplinare sempre più diffuso e pervasivo, descritto egregiamente dal filosofo francese Michel Foucault, certamente il “Counseling Filosofico” non solo non è da includere in questa logica, ma anzi ha il dovere etico di denunciare i meccanismi che si celano dietro l’assistenzialistica presa in carico da parte dell’esperto, la cosiddetta nociva e dilagante “Cultura della Delega”; se invece intendiamo per Terapia il “Prendersi Cura dell’Altro”, accompagnandolo con rispetto e discrezione, affinché possa trovare la propria via di guarigione, in un rinnovato rapporto con le forze della natura di cui egli stesso è parte, allora il “Counseling Filosofico” può iscriversi a buon diritto all’interno di questa visione di tipo sistemico e olistico.

Al di là delle vane speranze e delle pie illusioni tipicamente giudaico-cristiane, ereditate dall’attuale paradigma tecnico-scientifico, all’interno del quale si collocano la maggior parte dei trattamenti di tipo “Psi-“, per cui il bene non è e non può mai essere presente qui e ora, ma è ancora e sempre da venire, inscritto in una dimensione temporale di tipo escatologico di giorno in giorno sempre più vaga e improbabile, il “Counseling Filosofico”, erede, assieme a tutte le altre forme di Filosofia Pratica, dell’antica cultura greca, ha la pretesa di comprendere l’essere umano e la sua ontologica finitezza nell’hic et nunc della sua vita terrena e soprattutto della sua naturale Apertura al Mondo.

Quest’ultimo è un punto fondamentale: il “Counseling Filosofico”, a differenza della stragrande maggioranza degli indirizzi psicologici odierni, non considera mai il singolo individuo estrapolato dal contesto economico, sociale e politico in cui vive, ma sempre in relazione agli altri esseri umani, così come in rapporto a tutti gli esseri viventi sulla terra e allo stesso pianeta da lui abitato. Questo è il motivo per cui la Filosofia parla di “Visione del Mondo”, mentre la Psicologia parla solitamente di “Personalità”: nel primo caso l’io non è mai concepibile fuori da una relazione, mai comprensibile senza l’essere-con e l’essere-per, mentre nel secondo caso potremmo tranquillamente spiegare le caratteristiche caratteriali e l’interiorità personale di questo Io senza contemplare la rete di relazioni e il mondo esterno di cui, volente o nolente, fa parte.

Il punto è che la medicalizzazione, la patologizzazione e la psicologizzazione di massa, con la loro logica riduttiva e organicistica, hanno progressivamente condotto l’uomo alla perdita del mondo. Il “Counseling Filosofico” nasce e si sviluppa al fine di ricreare le condizioni affinché l’essere umano possa tornare ad “Abitare il Mondo” precedentemente perduto, ricongiungendosi armoniosamente con esso. Sappiamo oramai che non può esistere l’“io” senza il “noi”, l’“interiorità” della psicologia avulsa dall’“esteriorità” della sociologia, così come non può esistere indagine alcuna sulla profondità dell’animo umano che non contempli le sue manifestazioni più effimere e superficiali. L’uomo è un “Animale Politico” sosteneva Aristotele, un essere costitutivamente e costantemente “In Relazione A” qualcuno o a qualcosa, non può essere privato della partecipazione attiva alla vita della sua Comunità, pur con tutti i rischi e le incertezze del caso. L’uomo è un essere estremamente affascinante e complesso, non va mutilato da ciò che pretende possedere statuto scientifico, va invece liberato aprendolo alla vastità dei potenziali orizzonti che si stagliano infiniti di fronte a lui.

Da qui l’importanza centrale legata sia all’analisi etimologica e genealogica delle Parole, dei Concetti e delle Idee, ossia di tutto quello che i Greci avrebbero indicato come Logos, in termini dialogici e dunque tipicamente filosofici, sia alla comprensione delle Immagini, dei Simboli e degli Archetipi, intesi come rappresentazioni interiori, individuali e collettivi allo stesso tempo. Da qui la consapevolezza della fondamentale rilevanza di ciò che i Greci raffiguravano attraverso il Mythos e la piena comprensione dell’immenso potere dell’Immaginazione, intesa alchemicamente come Imaginatio Vera, naturale facoltà umana che conduce alla trasformazione della cosiddetta “Realtà”.

Da qui, infine, l’apprendimento e l’affinamento costante di quel vasto e affascinante insieme di tecniche e strumenti che più di ogni altro può fare luce su ciò che siamo e ciò che potremmo essere, ossia l’Ipnosi, nella sua fruttuosa veste evolutiva e nella sua straordinaria efficacia pratica. Quest’ultima in effetti, al di là dell’enorme varietà delle tecniche e degli ambiti applicativi, potrebbe essere definita proprio, in relazione allo straordinario potere immaginativo che ciascuno di noi ha dentro di sé, come la “Manifestazione Plastica dell’Immaginazione Creativa adeguatamente orientata in una precisa rappresentazione mentale, sia autonomamente (auto-ipnosi), sia con l’aiuto di un operatore con il quale si entra in una relazione d’aiuto (ipnosi etero-diretta)”.

 

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